Analisi del platino: determinante in gioielleria e una tutela per i clienti

04-07-2016

È luminoso e bianco. Il suo colore è naturale e rimane inalterato per sempre. È raro, anallergico e inossidabile. Cosa chiedere di più? Stiamo parlando del platino, metallo dalla storia curiosa e dal costo molto elevato. Del resto, con una carta d'identità così, non poteva essere altrimenti.

Una storia curiosa, dicevamo. Gli Incas lo usavano per creare gioielli ma fino alla scoperta dell'America nessuno sapeva dell'esistenza di questo metallo splendente. Un oblìo durato millenni e si può dire che neanche dopo la sua scoperta abbia ricevuto la notorietà che merita. Il suo nome, infatti, deriva da “plata” termine spagnolo che significa “argento”. “Platina” dunque era la parola giusta per definire un argento minore. Solo intorno alla metà del diciassettesimo secolo gli scienziati iniziarono a studiarlo per le armi da fuoco. Bisognerà aspettare il 1800 per il primo uso del metallo in gioielleria, da parte di Louis Cartier che lo abbinò ai diamanti proprio per la sua resistenza nel tempo, perfetto dunque per l'incastonatura. Non a caso il platino è la cornice perfetta per il diamante più famoso al mondo: Koh-i-Noor, che fa parte dei gioielli della Corona inglese.

 

Cosa ci fa un metallo così prezioso sul piano di lavoro del nostro laboratorio? Attende di essere analizzato: dobbiamo determinarne il titolo. Chi crea gioielli in platino sa quanto sia importante questo tipo di analisi. Per riportare la dicitura “platino 950”, che identifica il titolo legale di questo metallo, occorre dimostrare che il gioiello contiene il 95% di platino e il 5% di altri metalli.

E qui entriamo in gioco noi di Eurolab e il nostro ICP ottico di fascia alta. Con questo strumento otteniamo dati molto precisi che vanno interpretati per poter determinare il titolo del platino. Per le aziende nel settore della gioielleria questo tipo di analisi è un passaggio obbligato. Consente di fornire ai consumatori la certezza di avere acquistato un prodotto veramente puro. Ma soprattutto consente alle aziende di evitare il pagamento di sanzioni nel caso in cui si dichiari “platino 950” quello che poi non è.

 

Ancora una volta le analisi di Eurolab tutelano le aziende produttrici e anche i consumatori. Una cosa di cui andiamo molto fieri e che continuiamo a fare con passione.

 

 
 

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